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REGGIO EMILIA
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Elaborazione del mantello greco e romano, il tabarro ha calcato le scene di vita e di costume del mondo soprattutto quello europeo, ed ha avuto il suo massimo splendore all'epoca della Serenissima Repubblica di Venezia. Considerato"demodé" con l' avvento del cappotto, sta tornando in auge.
Esaltato in musica, da Giacomo Puccini (Lucca 1858 - Bruxelles 1924) nell’opera titolata per l'appunto “Il Tabarro”, emblema di potere economico consolidato ("Porto il Tabarro a ruota e fò il notaio" (si cantava negli anni '30 sulle note della canzone "Signorinella Pallida"), il tabarro successivamente è diventato abbigliamento popolare. Come capo popolare è stato indossato dagli abitanti nella pianura padana, dove sulle rive del Po (Italia settentrionale) è rimasto in auge fino al dopoguerra, ma non è difficile ancor oggi incontrare uomini intabarrati. Di contro fu vessato nel periodo fascista per come si potesse celare l'identità e per cosa vi si potesse nascondere dentro, alcune prefetture cittadine arrivarono, a discrezione, a limitare se non addirittura a vietarne l'uso.
Il tabarro inoltre divenne il capo prediletto degli anarchici che ne fecero un simbolo di ribellione distinguibile dall’aggiunta di un grande fiocco nero come allacciatura sotto il mento.
Il Tabarro ha una storia centenaria
A partire dal 1300 era indossato solitamente da persone importanti come medici, magistrati, ecclesiastici, caratterizzato da grandi strisce di stoffa attaccate al cappuccio. Come nel secolo precedente continuerà a far parte delle sopravvesti maschili: pesante, con o senza fodera in pelliccia. Nel 1500 si definisce tabarro una giacca elegante con maniche e aperta sul davanti, usata specialmente dagli scudieri del Doge di Venezia, che la portavano gettata sulle spalle senza infilare le maniche. Sempre nel 1500 era anche un grossolano indumento con cappuccio e cinto in vita, portato dai galeotti e dalla povera gente. Nel 1700 il tabarro diventa anche una sopravveste femminile più corta e leggera, spesso di colori chiari, detto tabarrino. Nel 1800, infine, si trasforma in un ampio mantello di uso borghese, completamente rotondo, con collo risvoltato e mantellina lunga quasi fino al gomito. Veniva indossato dagli uomini sull'abito o sul cappotto, ed era lasciato cadere diritto o rialzato da un lato per avvolgerlo intorno alle spalle con ampio panneggio. Di solito era grigio o nero.
Questo capo da uomo rotondo, a ruota, è lungo fino al polpaccio in tessuto pesante in lana spesso reso impermeabile, con bavero e pellegrina. Per fare un tabarro sono necessari sei metri di tessuto.