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Reggio Emilia
Da venerdì sera e fino a ottobre la manifestazione a cura di Vitaliano Biondi racchiuderà mostre, musica, giochi per i più piccoli e degustazioni delle eccellenze locali
REGGIO EMILIA – Bengodi, il leggendario paese descritto dal Boccaccio nel Decamerone in cui tutti possono mangiare e bere a volontà, dà il nome a una articolata manifestazione a cura di Vitaliano Biondi che da questa sera fino a ottobre animerà piazza Casotti nell’ambito del programma territoriale di eventi We Are Reggio Emilia per Expo.
Il palcoscenico di “le contrade di Bengodi” sarà una delle zone più ricche di storia e mistero della città. In questo piccolo circuito di strade, che oggi appare pieno di negozi e di vita, infatti aveva sede l’oratorio dei frati del Paiolo e su quella che oggi è piazza Casotti si affacciavano le carceri comunali. La festa prenderà il via alle 19.30; svettano per le loro dimensioni nel cortile interno di Palazzo Casotti attrezzi rurali dell’Antica Ferriera Barsi di Camaiore: la vanga, la zappa e la roncola. Inoltre, nella sala espositiva è ospitata la mostra fotografica sul tema dei fagioli di Daniele Cavadini. Sono presenti anche una accurata selezione di antichi frumenti della Azienda sperimentale Stuard di Parma e il verde costituito da esemplari di antiche varietà frutticole di Enzo Maioli.
Domani, invece, da Palazzo Casotti partiranno gli asini di Massimo Montanari che per tutta la mattina, dalle 9.30 alle 12.30, percorreranno le strade del centro storico. Lo faranno con una serie di attività di educazione ambientale e animazione realizzate dall’asineria didattica Aria Aperta. Inoltre, per i più piccoli passeggiate guidate in città con lettura di filastrocche. E poi, ancora: Asino Liffo con buffet itinerante, Asino senza barriere – le asinelle possono portare in sella o in calessino soggetti con problemi di deambulazione – e Coccol’Asino, uno spazio dedicato alle coccole in piazza Casotti. Non solo: gli asini offriranno anche un servizio di raccolta differenziata dei rifiuti attuato girando per la città con ampie ceste contenitori di cui le persone saranno invitate a servirsi.
Per maggiori info www.bengodi.eu www.reggioexpo2015.it facebook lecontradedibengodi
Bengodi, il leggendario paese descritto da Giovanni Boccaccio (Decamerone,VII,3 Calandrino e l’elitropia), in cui tutti possono mangiare e bere a volontà, si possono “legare le vigne con le salsicce” e vi è “una montagna tutta di formaggio parmigiano grattugiato” dà il nome a una articolata manifestazione “Le Contrade di Bengodi” a cura di Vitaliano Biondi che da venerdì 5 giugno a ottobre animerà piazza Casotti a Reggio Emilia nell’ambito del programma territoriale di eventi We Are Reggio Emilia per Expo. La nuova rassegna curata da Vitaliano Biondi nel confronto con il tema di Expo 2015 (“Nutrire il pianeta, Energia per la vita”) intende indagare l’altra faccia della medaglia: cosa si mangia, come si mangia, quando e quanto, e intende difendere modelli di produzione alimentare virtuosi, rispettosi dell’uomo e dell’ambiente riannodando i legami del cibo con la storia e le tradizioni locali (Info www.bengodi.eu www.reggioexpo2015.it Facebook lecontradedibengodi). La rassegna affronta l’approccio al cibo con una riflessione su tematiche di scottante attualità come quello della fine dell’agricoltura tradizionale, della tutela della biodiversità, della difesa dell’ambiente. Un focus è dedicato a Coltivare la città, alla trasformazione degli spazi urbani in un continuum urbano-rurale, un luogo ibrido che non è più urbano, ma neppure rurale. Nutrire le grandi megalopoli del futuro sarà una sfida enorme e non è un caso che la Fao spenda grandi risorse in programmi di agricoltura urbana.
L’INAUGURAZIONE VENERDÌ 5 GIUGNO
Il palcoscenico di “Le contrade di Bengodi” sarà una delle zone più ricche di storia e mistero della città di Reggio Emilia, ubicato in piazza Casotti e a Palazzo Casotti. In questo piccolo circuito di strade, che oggi appare pieno di negozi e di vita, infatti aveva sede l’Oratorio dei Frati del Paiolo e su quella che oggi è piazza Casotti si affacciavano le carceri comunali. La festa delle Contrade di Bengodi in linea con il proprio concept prenderà il via venerdì 5 giugno alle ore 19.30. Svettano e non mancheranno di stupire per le loro dimensioni nel cortile interno di Palazzo Casotti attrezzi rurali dell’Antica Ferriera Barsi di Camaiore: la vanga, la zappa e la roncola. Inoltre nella sala espositiva è ospitata la mostra fotografica sul tema dei fagioli di Daniele Cavadini. Sono presenti anche una accurata selezione di antichi frumenti della Azienda sperimentale Stuard di Parma e il verde costituito da esemplari di antiche varietà frutticole di Enzo Maioli. Innanzitutto accoglierà il pubblico un grande pinzimonio abbinato al pan de Re, pane da re o pane di Reggio Emilia a Km 0: un prodotto unico, frutto di un prezioso lavoro collettivo fra istituzioni e agricoltori, aziende molitorie locali e fornai di Reggio Emilia, ottenuto grazie a filiere produttive d’eccellenza 100% di origine reggiana, utilizzando solo ingredienti di alta qualità, assieme alle tecniche e al rispetto dei tempi di una volta. Per tutti poi brindisi con il lambrusco, il vino italiano locale, di qualità che il mondo sta scoprendo ed apprezzando sempre di più. Al Desperanto Trio, formato da Filippo Chieli (viola, violino), Patrick Novara (cornamusa, oboe e flauto), Emanuele Reverberi (violino, cornamusa), è affidato il compito di ripercorrere le melodie e le danze dell’Appennino nord-occidentale, le atmosfere di un tempo rurale in cui la musica, il ballo e il canto segnavano i momenti più importanti della vita delle persone dalla nascita alla morte. L’atmosfera festosa in piazza Casotti sarà l’occasione anche per conversazioni che prevedono gli interventi di Gino Ruozzi, docente all’Università di Bologna che interverrà su “Le contrade di Bengodi”, Vitaliano Biondi architetto e curatore della manifestazione che parlerà di “Campagne urbane”, Anna Kauber, esperta in paesaggio agrario che presenterà il lungometraggio “Ritratti di donna e di terra” e la pubblicazione “Le vie dei campi”. Non manca un focus Coltivare la città dedicato alla trasformazione degli spazi urbani: In questa occasione ci si occupa dello Lo zen e l’arte della manutenzione della gallina. Dopo gli orti sui terrazzi, nei giardini condominiali e gli alveari persino sul tetto dell’Opera a Parigi, adesso è venuto il momento del pollaio. Le galline non sono più in fuga, ma sono diventate placidi animali di compagnia. La nuova moda nella capitale francese è infatti allevare pollastre per avere «un uovo fresco ogni mattino». Il tema sarà affrontato grazie alla partecipazione di Elena Zanni, presidente di A.E.R.Av (Associazione Emiliana Romagnola Avicultori) che illustrerà La via delle galline, una mostra originale dedicata alle razze avicole ufficialmente riconosciute nello standard europeo, Alessio Zanon, Università di Bologna, in rappresentanza di R.A.R.E. Associazione Italiana Razze Autoctone a Rischio di Estinzione e Massimo Montanari, esperto asinaro che sarà impegnato nel racconto di una favola di Loris Malaguzzi Volpino, ultimo ladro di galline. E’ in programma inoltre l’anteprima di Gallicinia, rassegna di cinema rurale, con la presentazione del film Qvevri 1971 del regista Irakli Kwirikadze, versione georgiana del racconto la giara di Pirandello. E per i più piccoli a cura di Aria Aperta spazio delle coccole con Coccol’asino nel recinto di piazza Casotti. I ragazzi, guidati da personale esperto possono attraverso l’uso di spazzole e striglie familiarizzare con gli animali. L’attività si conclude con la prova di guida dell’asino ed il rilascio della patente asinina. L’asino sarà protagonista anche il giorno successivo (sabato 6 giugno) con molteplici attività: da Asino Liffo, buffet itinerante e degustazione di eccellenze dell’agricoltura, ad Asino senza barriere come ausilio per chi ha problemi di deambulazione, ad Asino differenziato, servizio di raccolta differenziata dei rifiuti attuato con asini. Lo spettacolo di gesti, parole, immagini e sapori di Contrade di Bengodi sarà completato dalle degustazioni di eccellenze dell’agricoltura locale come il Parmigiano-Reggiano delle vacche rosse di Luciano Catellani.
La nuova rassegna curata da Vitaliano Biondi nel confronto con il tema di Expo 2015 (“Nutrire il pianeta, Energia per la vita”) intende indagare cosa è possibile fare per difendere modelli di produzione alimentare virtuosi, rispettosi dell’uomo e dell’ambiente, riannodando i legami del cibo con la storia e le tradizioni locali (Info www.bengodi.eu www.reggioexpo2015.it facebook lecontradedibengodi).
Punto di raccolta e quartier generale della rassegna è la zona di palazzo Casotti e piazza Casotti: ed è qui che venerdì 12 giugno a partire dalle 19.30 la Fattoria Casinazzo offrirà un gustoso pinzimonio ai presenti, sulle note della piva del famoso polistrumentista Paolo Simonazzi e del violino di Emanuele Reverberi dei Desperanto.
A seguire è in programma una tavola rotonda su un tema quanto mai attuale: intitolata Coltivare la città, sarà occasione per riflettere sulla teoria e le pratiche di agricoltura urbana. Per parlare di orti urbani, giardini comunitari e del come cambiare la città coltivandola, interverranno Silvia Ghirelli, paesaggista, con “Orti dell’altro mondo”, Mimma Pallavicini, pubblicista e giornalista del verde, con “Rose Perdute ed altri libri. Il giardino mediterraneo… con tanto sole e poca acqua”, Giuliano Bagnoli, medico pediatra, ricercatore di tradizioni reggiane, con “Facere cum herbis – Gina la medgòuna di Canolo”, Mauro Torelli, orticultore, azienda agricola Torelli, con “Pratica di coltivazione dell’orto” ed Elena Diversi del Podere Erba Buona, con “Uso e utilizzo delle erbe officinali del nostro territorio”.
Durante la serata si potranno anche assaggiare prodotti dell’azienda agricola. Inoltre si potranno fare degustazioni di eccellenze dell’agricoltura: protagonista sarà la cipolla, cui Baldassarre Pisanelli, medico bolognese del XVI secolo, attribuiva poteri afrodisiaci espliciti. E per finire, un tocco di esoterismo: ai partecipanti verrà infatti rilasciata una ricetta originale utilizzata da Gabrina degli Albeti, strega reggiana del Trecento.